A metà quasi della travagliata storia di questa consiliatura siamo approdati al voto sulla mozione di sfiducia al Sindaco che, assieme ad altri gruppi, abbiamo presentato e protocollato il 28 marzo scorso.
Non abbiamo mai immaginato si potesse arrivare a tale soluzione nonostante il perpetuarsi di modalità con le quali veniva esercitata la funzione di governo da parte del Sindaco. Nel nostro comunicato del 28 marzo, che argomentava la scelta della mozione di sfiducia, abbiamo ripreso tutti i passaggi che abbiamo percorso, dall’uscita degli assessori dalla Giunta (ottobre 2020), dal dichiararci “liberi da ogni vincolo di maggioranza” (ottobre 2021), al voto di astensione al bilancio (dicembre 2021). Abbiamo precisato e ribadito il nostro giudizio critico determinato dalle medesime motivazioni, dalle stesse ragioni di fondo: l’incapacità di questa amministrazione di aprirsi ad un confronto vero e profondo sulle scelte fondamentali, ad affrontare le situazioni, da quelle ordinarie a quelle più spinose e complesse, e i percorsi decisionali, con la necessaria trasparenza e apertura, a operare con convinzione per un pieno coinvolgimento di tutte le forze politiche, sia di maggioranza sia di opposizione, presenti in Consiglio comunale, alla vita amministrativa della nostra collettività e alla condivisione sulle scelte più rilevanti e qualificanti da intraprendere e sulle risposte alle emergenze, quali la pandemia e l’evento alluvionale.
Le vicende del proposto insediamento di un polo logistico nell’area ex Pip Gazzate, sul quale abbiamo già espresso il nostro giudizio in uno specifico documento, e la previsione di un centro commerciale e di opifici produttivi nell’area del “fondo Consolata” hanno portato alla massima evidenza i problemi e le difficoltà che abbiamo incontrato da subito in questa esperienza amministrativa della lista.
La situazione che si è creata e gli sviluppi che si sono susseguiti riguardo alla destinazione a polo logistico dell’area del Pip Gazzate e le modalità con le quali il Sindaco ha condotto questa e altre vicende, omettendo di coinvolgere il Consiglio Comunale, le forze politiche ivi rappresentate, le organizzazioni sindacali di rappresentanza, le associazioni e la comunità tutta, hanno prodotto una lacerazione ultimativa: pur operando in forza delle proprie prerogative, la scelta di procedere ignorando, quasi sistematicamente, un reale e ampio confronto a monte delle scelte, e non a scelte fatte, è fortemente lesivo del concetto di sviluppo democratico della partecipazione, elemento essenziale di crescita della consapevolezza e della più ampia condivisione su scelte così impattanti per un territorio, oltre che principio alla base della formazione della nostra lista.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la comunicazione che il Sindaco ci ha fatto, sempre nel marzo scorso, mentre si stava discutendo assieme al Pd e a Nonantola Progetto 2030 di questa vicenda delle aree produttive, mettendoci in chiaro che il percorso di destinazione dell’area ex Pip Gazzate era arrivato al termine e che sarebbe approdato in Consiglio Comunale entro la metà di aprile.
Ma come è possibile accettare che su una questioni così rilevante, che per oltre tre anni è stata gestita alla totale insaputa innanzitutto del Consiglio comunale e delle forze politiche che costituivano la maggioranza, ma anche di tutte le organizzazioni rappresentative la comunità nonantolana e dei cittadini stessi, potesse passare coi soli voti favorevoli del PD (7 voti su 16 componenti il Consiglio comunale) e del Sindaco, con l’eventuale astensione dei consiglieri di Forza Italia?
Sono forse motivazioni risibili il contestare modalità di esercizio del governo che ledono alla base i principi democratici sacrosanti del confronto e della trasparenza? Riteniamo che siamo più che sufficienti; anzi sia indispensabile, a preservare le prerogative essenziali dello sviluppo della partecipazione, effettuare, quando si rendono improcrastinabili, le necessarie cesure.
Certo, permangono le preoccupazioni di un periodo molto lungo di commissariamento e ci eravamo posti i problemi e le difficoltà che ne sarebbero derivati, in particolare riguardo all’accesso ai fondi del PNRR per finanziare eventuali progetti per la nostra comunità, ma non potevamo nemmeno rischiare che nel frattempo potessero sorgere quegli insediamenti che riteniamo assurdi da realizzarsi sul territorio nonantolano.
Ed è per queste preoccupazioni che abbiamo avanzato una proposta di soluzione della crisi che consentisse di perseguire gli obiettivi più importanti, fissando cinque punti, di cui diversi indicati come ineludibili direttamente dal Sindaco nella sua conferenza successiva alla mozione di sfiducia. Partendo però con il prioritario accantonamento delle pratiche riguardanti le aree, riportando la loro trattazione in un percorso di pianificazione più complessivo e più consono alle strategie di sviluppo delle attività economiche di così grosso impatto sui territori e sulle comunità.
Il documento, sottoscritto da tutti i firmatari la mozione di sfiducia, così recitava: “Ferme restando le motivazioni che hanno portato alla presentazione della mozione di sfiducia, che rimangono e non si possono cancellare, ritenendo altresì necessario rispondere agli interrogativi e alle inquietudini oggettivamente determinatesi, chiediamo al Sindaco e al Partito Democratico risposte precise e formali ai seguenti punti:
- che non vengano portati alla discussione e alla approvazione del Consiglio Comunale atti relativi agli insediamenti produttivi di nuove attività economiche ad elevato impatto ambientale (polo logistico sull’area del PIP Gazzate e comparto del Fondo Consolata), a maggior ragione in assenza delle nuove normative e dei nuovi vincoli derivanti dall’adeguamento ai rischi idrogeologici del territorio legati al PUG e che la discussione sulla rigenerazione e possibile sviluppo dell’area artigianale/industriale sia inquadrata nella più ampia pianificazione di area vasta, sempre nel rispetto degli obiettivi di perseguire la transizione ecologica e la sicurezza del territorio;
- che vengano prontamente portate alla discussione del Consiglio Comunale, come già è stato richiesto, le linee di indirizzo del PUG e che venga condiviso compiutamente con il Consiglio stesso lo stato di definizione del quadro conoscitivo, incluse le parti già completate, e ogni altro elemento di interesse attinente il PUG;
- che venga esplicitato e presentato al Consiglio Comunale un quadro preciso e dettagliato dei progetti relativi al PNRR già presentati o in via di definizione, quale sia lo stato di avanzamento e l’importo del loro finanziamento, quali siano i passaggi inderogabili da effettuare nei prossimi mesi;
- che venga chiarito e riferito al Consiglio Comunale, come già richiesto, quali altri adempimenti siano necessari a garantire il completamento dell’iter dei rimborsi dell’alluvione, mantenendo il personale necessario allo scopo;
- che vengano presentate ai Consiglieri tutte le prossime e imminenti convenzioni con enti e/o attività che necessitano di un provvedimento urgente da parte del Consiglio Comunale o della Giunta (ad esempio quello sulle società sportive).
Abbiamo valutato attentamente le risposte arrivateci dal Sindaco e dal PD e le garanzie di impegno politico e di iniziativa a riconsiderare il percorso ex art. 53 della legge urbanistica regionale come inattuabile, oltre che inopportuno ed improponibile, nel contesto urbanistico e territoriale nonantolano.
Superata questa pregiudiziale dichiariamo la nostra totale disponibilità ad affrontare, col massimo di collaborazione e di confronto col PD e con tutte le forze democratiche presenti in Consiglio comunale, il lavoro e le iniziative utili a predisporre un piano di progetti per la nostra comunità che concorra alla utilizzazione dei fondi previsti dal PNRR, a ultimare le procedure per i rimborsi per i danni alluvionali e per avviare un vero ed esteso confronto sulle linee guida per la realizzazione del PUG del nostro Comune.
Auspichiamo altresì, elemento questo di grande rilevanza politica, si apra, non solo all’interno del PD e delle altre forze politiche, ma in tutte le espressioni democratiche organizzate della nostra comunità, un ampio dibattito sulla questione delle forme della partecipazione, del coinvolgimento e del confronto per uno sviluppo reale delle capacità di incidere, di proporre e di contribuire alle scelte fondamentali per il nostro territorio e per la sua gente: insomma rendere il tema delle forme e delle modalità del governo di una comunità come paradigma di una larga partecipazione democratica e di crescita di una collettività.
Riteniamo questo ultimo obiettivo come essenziale a garantire il proseguo della consiliatura e a dare le condizioni per ulteriori alleanze politiche che nascano da un confronto su tutto l’arco delle forze progressiste presenti a Nonantola.
La lista “Una mano per Nonantola” si impegna, fin da ora, a sollecitare, a sostenere e ad assumere ogni iniziativa utile a rilanciare l’obiettivo politico della ricomposizione a Nonantola di un più ampio e rappresentativo arco delle sensibilità progressiste, ambientaliste e delle pratiche dell’intervento sociale per il futuro governo della nostra comunità.
UNA MANO PER NONANTOLA
Ma come è possibile accettare che su una questioni così rilevante, che per oltre tre anni è stata gestita alla totale insaputa innanzitutto del Consiglio comunale e delle forze politiche che costituivano la maggioranza, ma anche di tutte le organizzazioni rappresentative la comunità nonantolana e dei cittadini stessi, potesse passare coi………. Io nel 2006 cercavo un capannone a Nonantola che poi ho trovato perché li hanno costruiti ed ero andato al consorzio per le attività produttive e mi avevano detto che quell’aria sarebbe stata destinata a diventare un nuovo quartiere artigianale o con tanti capannoni o con unico capannone a seconda delle richieste. Io che sono un signor nessuno lo sapevo mentre voi che vi siete candidati non avete idea di quello che si trova nel comune di Nonantola ma stiamo scherzando o diciamo davvero. Tanto che lo sappiate mi era stato proposto anche un area dopo il ponte di navicello ma visto che ci passa l’alta tensione dell’alta velocità ho rifiutato perché a metà del capannone sarebbe stato inagibile per i fili che passavano sopra. Saluti Ansaloni Alessandro