La cultura è concetto non strettamente definibile, dai confini ampi e variegati, non c’è realtà umana che si possa ritenere priva di una sua propria cultura; può essere intesa come il frutto di un processo di sedimentazione del patrimonio di esperienze condivise da ciascuno nell’ambito delle relative società di appartenenza, con i suoi codici comportamentali condivisi, del senso etico del fine collettivo e della visione identitaria storicamente determinata.

La cultura è poi la condizione necessaria allo sviluppo delle altre risorse economiche e sociali. La cultura non è statica, evolve grazie al dinamismo dei soggetti sociali: in questo senso si può produrre cultura.

Cultura è anche conservazione e valorizzazione del patrimonio storico prodotto nel passato, risorsa cui attingere per riconoscersi in termini identitari.

Le multiformi espressioni sociali, di aree geografiche diverse, nel corso dei secoli si sono consolidate, improntando in forme particolari i popoli, con i lori particolari costumi.

L’epoca delle radicate espressioni culturali, che non sempre sono un bene, è inesorabilmente annullata da una globalizzazione incalzante ed aggressiva che spazza via le diversità, omologando ad unica dimensione popoli diversi con costumi diversi.

Oggi più che mai occuparsi della “Cultura” dovrebbe significare guardare al destino dell’uomo in termini olistici, cioè all’insieme della figura umana, con i suoi bisogni, le sue inquietudini esistenziali, le sue potenzialità, la sua storia sedimentata cui attingere in quanto valore, ma anche al presente e contingente, aperto a nuovi apprendimenti ed evoluzione, ma non disancorato dagli elementi della tradizione necessari per concorrere all’idea di identità; identità che ha bisogno di attualizzarsi ogni giorno, in relazione al tempo presente con le sue turbolenze, criticità, ma anche opportunità.

Siamo nell’Antropocene, cioè nel periodo della storia evolutiva del pianeta in cui l’uomo, con la sua presenza, perseguendo un progressivo sviluppo economico, sociale, scientifico e tecnico, ha prodotto un’impronta ecologicamente rilevante, con effetti inequivocabili di miglioramento della condizione di vita ma anche di compromissione della sostenibilità: non possiamo vivere come se non ci fosse responsabilità nel rapportarsi con il “mondo”, nella grande dimensione planetaria ma anche, soprattutto, nella piccola dimensione, cioè ciò che attiene alla nostra singolarità come individui e piccola comunità.

Fare cultura dovrebbe significare mettere al centro del nostro agire e vivere il concetto di cura, rivolto ad ognuno di noi ed alla relazione che ciascuno intraprende con la comunità in cui è calato.

Avere cura significa avere consapevolezza di quanto sia importante la storia di ogni persona, affinché la sua vita si possa esprimere in tutta pienezza, materiale, con la giusta dose di sobrietà ed equità, ma anche spirituale, nella dimensione sia trascendentale sia laica.

Che cosa deve essere fornito ad ogni persona che si affaccia alla vita?

In primo luogo il rispetto dei diritti fondamentali: la salute, l’istruzione, l’educazione, le opportunità economiche e di lavoro per sostenersi ma anche, non marginalmente, l’offerta di un contesto sociale in cui si esprima e si ritrovi il “ senso del vivere”, in un sentirsi parte di un progetto di vita, articolato tra l’individuale ed il sociale, in cui ciascuno sia coinvolto attivamente e con responsabilità nel produrre “bene comune”.

Affermare e riconoscere l’importanza della Cultura, da promuovere quale opportunità di arricchimento esistenziale e materiale per la persona stessa e la comunità di appartenenza.

“Aver cura” implica il promuovere l’idea di cittadinanza, condizione imprescindibile di ogni società avanzata e complessa; promuovere il civismo e l’educazione civica, che non è da attuarsi solo nella scuola, come almeno si dovrebbe, ma anche in tante altre situazioni socio-relazionali.

Credere nell’importanza del binomio diritti-doveri, che riguarda ciascuno di noi, e da porre alla base della vita sia quotidiana sia più generalmente ampia.

Credere nell’importanza del rispetto degli altri ma anche di se stessi, mantenendosi aperti agli stimoli che arricchiscono la visione e l’apprezzamento della vita.

Promuovere e riconoscere l’importanza della storia e delle diverse discipline che si collegano alla “vicenda umana”.

Promuovere la cultura e conoscenza dei beni storici come connessione con la storia.

Promuovere la consapevolezza del valore del patrimonio culturale, sedimentato e consolidato. Ugualmente è importante promuovere, in un mondo e in una società in continuo cambiamento e turbolenza, la cultura della conoscenza della attualità e contemporaneità, condizione imprescindibile affinché si possa essere “cittadini competenti”e quindi anche un po’ protagonisti, in una società che riconosca la piena dignità e necessità dell’idea di cittadinanza.

Nonantola: cultura, patrimonio, società

Sul nostro territorio si possono prendere a riferimento un paio di aspetti o isolare precisi ambiti tematici per meglio definire la questione:

  • attività e lavoro dei “servizi culturali”;
  • iniziative pubbliche che, a vario titolo e da vari soggetti, vengono proposti e realizzati lungo il corso dell’anno.

Si tratta di due settori che rispondono a logiche diverse, ma che vanno coordinati secondo un ordinamento di priorità: il primo totalmente interno alle logiche e alle scelte della pubblica amministrazione; il secondo (seppur riconducibile a una ricchezza e a un’esuberanza indubbiamente presenti a livello locale) da armonizzare e da articolare secondo un’idea di cultura capace di definire il filo di un discorso in pubblico. Le due cose insieme (i servizi e le iniziative) dovrebbero consegnare a Nonantola i riferimenti principali di ciò che si manifesta (lontano e vicino dalla nostra realtà) in campo politico, economico, sociale, ecc., per non parlare delle emergenze e delle urgenze disseminate nel nostro presente.

Facendo riferimento ai serviziculturali, riteniamo si debba attentamente valutare la ripetibilità di una tradizione (così importante per Nonantola) a fronte della necessità di una innovazione (soprattutto per questioni come quelle legate alla futura Biblioteca comunale, per la quale si dovranno opportunamente valutare precisi modelli e prendere a riferimento esperienze innovative, che sappiano dotare il territorio di un valido presidio nonché punto di riferimento; sappiano valorizzare le competenze degli operatori coinvolti; sappiano prendere a modello le migliori esperienze maturate nel settore; ecc.

Considerazioni, queste, che vanno applicate anche ad altri settori che compongono il panorama locale dei servizi: quale futuro dare alla tradizione musicale di Nonantola (Fonoteca e Corsi); come garantire continuità e rafforzamento alla Ludoteca? Riteniamo che si debba ragionare in concreto e tenendo le cose in relazione, per meglio definire gli spazi, le risorse, nonché eventuali soluzioni di riorganizzazione/riconfigurazione dei servizi medesimi.

Ricordiamo che Nonantola, a partire dagli anni Settanta, si è dotata di servizi culturali che sono stati concepiti per promuovere e soddisfare bisogni “culturali” di singoli e famiglie; essi sono diventati patrimonio della comunità, nel corso degli anni hanno subito trasformazioni, adeguandosi ad una realtà socio-economica che sta attraversando un momento difficile.

I servizi culturali, assieme alle istituzioni presenti sul territorio e alle espressioni associative sostenute e promosse in modo autonomo da cittadini creativi e competenti, sono l’ossatura di una comunità che ambisce a mantenersi vitale, guardando però al futuro.

Bisognerà per queste ragioni continuare a scommettere sulle istanze cheproducono idee e propongono innovazione, con motivazione e passione; tutto questo dovrà essere sostenuto ecoordinato con il realismo di ciò che è possibile, ma anche con una necessaria dose di utopia, chesappia guardare a riferimenti anche lontani dal nostro contesto, dove altri hanno saputo offriresoluzioni a questioni complesse, nonostante i momenti di crisi e la rarefazione delle risorse.

La stessa esigenza di coordinamento si avverte sul piano dell’offerta pubblica di cultura, e dunque:

  • come coniugare un calendario di appuntamenti culturali con gli eventi e i momenti di ritrovo comunitario (anche tradizionali, come le Fiere) che hanno luogo sul territorio?
  • come garantire prospettive e crescita ad appuntamenti ormai ricorrenti – per fermarci ad un paio di esempi – come la Festa della Musica e il Nonantolafilmfestival?
  • come armonizzare le istanze di qualità poste da istituzioni, associazioni e cittadini (che toccano più temi, e di estremo interesse) con l’organizzazione di incontri e di occasioni convegnistiche che sappiano valorizzare la ricchezza della storia e delle memorie locali?

Parliamo di coordinamento e di armonizzazione anche su tali questioni perché riteniamo si debba:

  • da un lato saper leggere e interpretare ciò che si muove nella società nonantolana per offrire ai cittadini occasioni di riflessione e risposte di senso;
  • dall’altro disegnare una proposta di politica culturale che – secondo le esigenze e le sensibilità di oggi – possa costituire uno strumento adeguato di comunicazione per ridare slancio al dialogo tra istituzioni e cittadini, tra amministrazione e paese.

Inoltre, diciamo questo perché in passato abbiamo spesso assistito, su questo terreno specifico, ad un accavallamento, ad una ripetizione di situazioni e temi, che certo hanno generato una dispersione di risorse e di opportunità, senza dar luogo ad una efficace ricerca di finanziamenti.

Biblioteca Comunale

Ruolo centrale, grazie anche al contributo di un volontariato motivato, dovrà svolgere la Biblioteca Comunale, concepita non solo come servizio per il prestito dei libri, ma come struttura di stimolo,  centro per un confronto ed approfondimento delle idee e la promozione del loro sviluppo, a disposizione dei cittadini.

A tal uopo si propone un rilancio del “Consiglio della Biblioteca” che sia composto anche da cittadini interessati a promuovere istanze di sollecitazione, che facciano diventare la Biblioteca il fulcro creativo e propulsore delle attività e delle iniziative culturali della città.

La nuova sede della Biblioteca inserita in un contesto attraente e più facilmente accessibile contribuirà a valorizzare il centro storico.

Fonoteca – Officine musicali

Le Officine musicali e le offerte che da loro e altre istanze scaturiscono rappresentano un patrimonio enorme per il nostro territorio. E’ necessario produrre ogni sforzo per incoraggiare e rinforzare un progetto di diffusione capillare della cultura musicale, per sviluppare ulteriormente l’esperienza della “Festa della Musica”. Va inoltre rinsaldata ed implementata la collaborazione con gli “Amici della Musica” di Modena: a fronte di una offerta musicale già di altissimo livello si potrebbe puntare ad un ampliamento dell’attività concertistica estendendola alle chiese, al giardino comunale, ai parchi.

Settore espositivo/culturale

Riteniamo, e ne siamo convinti, che una pubblica amministrazione dovrebbe avere un proprio progetto definito riguardante le offerte ai cittadini di cultura; il settore legato all’arte: mostre, esposizioni, rassegne, ma anche simposi, conferenze, ecc. non può semplicemente essere affidato alla buona volontà delle associazioni o di privati motivati, che inevitabilmente finiscono per peccare di visioni partigiane o peggio autocelebrazione, cosa che non aiuta in nessun modo il cittadino fruitore, ma anche il giovane curioso, ad elaborare senso estetico maturo e un corretto approccio alle dinamiche storiche e alle evoluzioni sociali proprie dell’arte soprattutto moderna; che dovrebbe esistere una programmazione certo pluralista ma chiara e definita che possa servire da guida per le politiche culturali del settore visivo e essere stimolo per aggregare ad una partecipazione condivisa soggetti diversi, auspicando che possano partire piccoli laboratori, spazi operativi (anche autogestiti da associazioni) che sviluppino in autonomia e affianchino operatori e autori diversi nella pratica delle varie attività legate alle arti visive, queste attività potrebbero anche riempire spazi che oggi risultano “abbandonati”.

Queste attività culturali dovrebbero avere il sostegno di una politica dall’ampio respiro e svilupparsi in un periodo medio-lungo, garantendo la necessaria continuità, evitando, come talvolta è successo, che percorsi costruiti negli anni e progetti avviati, finiscano bruscamente nel nulla.

Filoni e attività culturali

Pur essendo tante le iniziative ampliamente collaudate si potrebbe aumentarne la “capillarità” territoriale (ad esempio: teatro in piazza, una estensione estiva del Nonantolafilmfestival, ecc.). 

Un’altra idea a cui si potrebbe dare corpo è la possibilità di realizzare percorsi trans-culturali: rassegne cinematografiche, magari tramite il Nonantolafilmfestival, con film stranieri, incontri di lettura di letteratura extraeuropea (africana, latino americana, indiana, asiatica, …), resoconti di viaggio, qualsiasi cosa che possa attraverso le arti espressive raccontare luoghi, situazioni e vicende extra-europee che spesso sono poco note e da cui magari arrivano i nostri “migranti”. Percorsi che affrontino le tematiche della diversità e dell’integrazione partendo dalle emozioni che l’arte (in particolare i film e i romanzi) suscita: identificazione, empatia e quindi maggiore comprensione “di pancia” non solo a livello intellettuale. Sarebbe meraviglioso se tutto questo potesse essere inserito nel quadro di una “Scuola di Pace”.

Si potrebbe anche studiare formule per un consistente sviluppo delle pratiche teatrali in rapporto con le scuole elementari e medie, peraltro già interessate, i ragazzi e le ragazze e le loro famiglie, e i cittadini che abbiano interesse a sviluppare una delle tante arti coinvolte nell’esperienza teatrale.  Un progetto sul teatro che si sviluppi in tutte le sue sfaccettature (sceneggiature, scenografie, allestimenti, grafica, costumi, recitazione, canto, ballo, musiche, regia, per dirne alcune) e che raccolga attorno a sé l’intera comunità, con l’obiettivo di una rassegna annuale.

Altro obiettivo di grande valore è la catalogazione e la valorizzazione del grande patrimonio fotografico-archivistico comunale, e l’impegno a far in modo che l’archivio storico del Comune possa trovare una sede idonea per essere ricollocato il prima possibile e poter tornare a disposizione della collettività.

Va confermato e consolidato il ruolo e l’attività della Ludoteca, allargandone possibilmente la fruenza ad ulteriori esigenze di settori della nostra collettività.

Nell’ambito degli obiettivi, già soprarichiamati, di un cambio di paradigma, dell’affermazione di una nuova cultura della sostenibilità e della riacquisizione dei principi di responsabilità e di consapevolezza, nell’ottica di una “nuova idea di cittadinanza” va posta al centro dell’attenzione comune l’Educazione Ambientale.

Opportuno sarebbe poi, favorire la vicinanza tra gli abitanti dei quartieri, pensando ad una riproposizione dei Consigli di quartiere, intesi come luoghi di conoscenza reciproca, partecipazione, in un’ottica di cittadinanza attiva e responsabile.

2.2. PATRIMONIO STORICO-ARTISTICO-MONUMENTALE

Nonantola possiede un patrimoniostorico-artistico-monumentale di prim’ordine.

Superata la fase critica scaturita dal terremoto del 2012, che ha danneggiato e impedito la fruibilità di alcuni tra i luoghi più importanti del paese, nei prossimi anni sarà necessario creare un sistema coordinato di promozione e valorizzazione dei beni monumentali e culturali che sia in grado di gestire un’offerta integrata e complementare di tutti i principali attrattori culturali della città.

Grazie ad una gestione unitaria, che rispettando le peculiarità proprie di ogni singolo elemento, sia in grado di collegare e mettere in rete tutti i principali beni monumentali nonantolani, si acquisirebbe maggior forza nella richiesta di finanziamenti e fondi per progetti e iniziative condivisi da più enti.

Tale riflessione non può essere disgiunta, per quanto ci riguarda, da una scelta che riconfiguri la strutturazione delle due Fondazioni culturali che gestiscono ‘parti’ importanti del patrimonio locale alla luce di un progetto unitario e condiviso di gestione e fruizione del patrimonio.

A Nonantola, una seria riflessione che investa tale delicato e strategico settore, consentirebbe di avviare parallelamente, attraverso un serio studio di progetto, una nuova e importante stagione, orientata al recupero pieno – secondo nuove variabili e funzioni – del Centro storico.

Centro Storico

Il centro Storico rimane uno dei problemi più gravosi per Nonantola e non sembra facilmente risolvibile almeno per quanto riguarda la frequentazione soprattutto diurna; ha contribuito alla sua mortificazione lo spostamento del baricentro della vita commerciale sul lato ovest del paese, la temporanea chiusura del palazzo comunale per gli effetti del terremoto ha accentuato il problema.  I beni monumentali rimangono gli unici elementi di richiamo ed animazione, ma questo non può ritenersi sufficiente. Piazza Liberazione, che avrebbe dovuto con la sua ristrutturazione ritornare ad essere un elemento di forte riqualificazione, in realtà presenta evidenti problematicità a causa di un intervento che non può ritenersi obiettivamente il migliore possibile: il fondo costituisce una barriera architettonica a sé, è impraticabile sia per i pedoni sia per le biciclette per non parlare di carrozzine, passeggini, sedie a rotelle e persone non vedenti. E’ necessario individuare soluzioni che consentano il conseguimento del doveroso obiettivo da raggiungere: un decoroso e rispettoso recupero storico unitamente associato alla massima fruibilità ed accessibilità e che si attivino delle iniziative di richiamo ed animazione, sia commerciali sia culturali, e la piazza possa tornare a “rivivere”.

Una risposta a queste problematiche si potrà individuare attraverso la formulazione di un progetto che coinvolga esercenti, residenti, associazioni, cittadini in soluzioni negoziate e condivise. Strategie devono essere individuate per riportare attività economiche verso il centro, per aprire il centro ad atelier artistici e artigianali offrendo il necessario supporto economico e tecnico-amministrativo iniziale, per sostenere e potenziare le iniziative sociali e culturali già messe in atto dagli esercenti del centro.

Inoltre, un’apertura verso gli artisti di strada (tramite un regolamento comunale favorevole e l’istituzione di una anagrafe degli artisti riconosciuti) contribuirebbe a rendere più vive e vivaci le strade e le piazze del centro, creando opportunità di scambio e arricchimento sociale e culturale, senza alcun onere per amministrazione e negozianti.

Borgo “La Riviera”

Attiguo al Centro Storico continua a permanere in stato di abbandono l’antico Borgo La Riviera, in Via W. Tabacchi; non è più rinviabile la definizione di un piano di intervento concordato con le proprietà e che sia conservativo, come prevede il vincolo, ed allo stesso tempo innovativo.  Di certo, comunque, la situazione va sbloccata: non è possibile mantenere questa situazione di degrado, svilente la stessa previsione di vincolo, che anziché produrre soluzioni qualificanti e di arricchimento del contesto, di fatto, lo impoverisce.

Abbazia e Museo Benedettino e Diocesano d’Arte Sacra

Il !6 settembre 2018 è stata riaperta ai fedeli e ai visitatori la Basilica Abbaziale. Sottoposta ad un imponente restauro delle strutture architettoniche, delle mura, dell’impiantistica e delle opere d’arte, l’Abbazia si è ripresentata più maestosa e splendente di prima del terremoto.

E’ una, ma la più conosciuta, rinomata e magnificente, delle eccellenze del patrimonio storico e culturale di Nonantola. La arricchiscono le opere straordinarie raccolte nel Museo Benedettino e d’Arte Sacra, ed insieme costituiscono il più importante richiamo (sovente il solo) degli scali turistici nella nostra città.

Dovrà costituire obiettivo essenziale per la valorizzazione delle potenzialità del patrimonio storico e paesaggistico di Nonantola, per accrescerne e diffonderne la conoscenza, la creazione di un sistema integrato che sviluppi l’identità culturale della nostra realtà, con progetti di riqualificazione, di destinazioni e di fruizione, delle nostre eccellenze pubbliche e private, che possano integrare la visita a questo fondamentale attrattore turistico.

Torre dei Bolognesi e Museo di Nonantola.

In questa ottica va consolidata, sviluppata ed ulteriormente qualificata la fruizione del Museo di Nonantola collocato all’interno della trecentesca Torre dei Bolognesi. Il Museo, che già da anni ha creato un consolidato rapporto con le scuole del territorio, con le quali svolge periodicamente progetti didattici (alcuni dei quali vincitori di premi regionali dell’Istituto Beni Culturali), potrà potenziare ed ampliare le sue proposte didattiche anche alle scuole dell’Unione del Sorbara e della provincia.

Le iniziative di promozione rivolte a diversi target di pubblico potranno essere implementate e sarà auspicabile attivare un circuito integrato che possa ampliare la proposta turistica territoriale al Museo e alle altre destinazioni meno note del paese (mostra permanente e acetaia didattica della Partecipanza, mostra di villa Emma, area di riequilibrio ecologico del Torrazzuolo).

Torre dei Modenesi o dell’Orologio

Per l’utilizzo della Torre dei Modenesi o dell’Orologio, anch’essa ritrovata dopo le scosse del terremoto, si ritiene possano trovarvi sede alcune delle tante associazioni ricreative e culturali della nostra città.

Resta per entrambe le torri il non risolto problema di un loro pieno utilizzo da parte di tutti per la inaccessibilità ai piani sopra terra per i disabili, gli anziani e tutti coloro che hanno difficoltà a fare le scale. Sottolineiamo la questione, pur consapevoli degli oggettivi impedimenti apposti dalla Sovrintendenza del Beni Culturali.

Partecipanza Agraria e Progetto di “Ecomuseo delle Partecipanze Agrarie Emiliane”

La Partecipanza Agraria di Nonantola è una delle sei che, come si legge nel “Progetto per un Ecomuseo delle Partecipanze Emiliane” di Chiara Ansaloni,  “costituiscono un unicum non solo a livello regionale, ma nazionale (in Italia infatti ne esistono solamente altre due)”. “Fortemente legate al loro territorio, ne interpretano i caratteri costitutivi e ne custodiscono i valori storici, culturali e di solidarietà; valorizzano il senso di appartenenza delle comunità locali ed esprimono a pieno il concetto di milieu: sono un vero e proprio “paesaggio culturale”.

Le Partecipanze di Nonantola, S. Agata Bolognese, S. Giovanni in Persiceto, Cento, Pieve di Cento e Villa Fontana stanno lavorando alla creazione dell’Ecomuseo delle Partecipanze Agrarie, progetto che permetterà loro di puntare “l’attenzione sull’unicità della loro storia strutturando percorsi finalizzati all’individuazione, alla conoscenza, alla salvaguardia e alla trasmissione dei valori che costituiscono il loro patrimonio materiale ed immateriale come risorsa per il futuro”.

La valorizzazione di questo millenario patrimonio, dal grande potenziale storico, culturale e turistico, creerà progetti strutturati capaci di coinvolgere diverse realtà già presenti sui territori di riferimento a cui si andranno ad integrare i nuovi circuiti dell’ecomuseo “in un’ottica di rete in modo che possano acquisire maggiore forza e coesione” e permetterà alla Partecipanza Agraria di Nonantola di porsi come una delle eccellenze degli itinerari turistico culturali della città, itinerari che saranno estesi sulle tre provincie in cui sono presenti le Partecipanze agrarie.

Si accolgono le considerazioni argutamente sviluppate e gli auspici del progetto come parti condivise sia per il percorso individuato sia per gli obiettivi posti.

Villa Emma e Progetto Memoriale “Davanti a Villa Emma”

Nel novero delle ipotesi e dei progetti che riguardano il patrimonio locale, assumono particolare rilevanza il lavoro e la proposta della Fondazione Villa Emma, volti alla valorizzazione dell’area Prato Galli e alla costruzione di un luogo per la memoria dei ragazzi ebrei accolti e salvati a Nonantola nel 1942-43. Tale proposta, che consegna alla nostra comunità un progetto architettonico a seguito di un Concorso internazionale, nel corso degli anni ha conosciuto un importante iter di ricerca, di appuntamenti culturali e scientifici che hanno portato a Nonantola studiosi e specialisti dalla scena italiana e internazionale. Inoltre, attorno a tale prospettiva, si è raccolto un “tavolo di discussione” formato da Amministrazione comunale, istituzioni e associazioni del territorio.

Tale iter si è poi arricchito dell’interessamento di istituzioni e referenti extra-territoriali, che oggi offrono la possibilità di avviare la realizzazione del progetto, puntando a interessanti linee di finanziamento e, soprattutto, ad una proiezione su vasta scala del nascente complesso museale.

Il progetto “Davanti a Villa Emma” collocherebbe finalmente la straordinaria vicenda accaduta a Nonantola nel novero delle istituzioni memoriali che fanno ricca la nostra regione e che disegnano, in Italia, il panorama complessivo della seconda guerra mondiale, rispetto al quale l’assenza della nostra realtà costituisce un vulnus non secondario.

Lo steso progetto risulta fortemente legato al territorio, perché da un lato offre ad associazioni e intelligenze locali la possibilità di dar luogo ad esperienze di formazione (una, già avviata, si rivolge agli operatori dell’accoglienza e allo studio dei flussi migratori di oggi); dall’altro ragiona con l’Amministrazione nonantolana sulla possibilità di costituire, presso la nascente realtà, un polo di servizi orientati sulla multiculturalità e sulle dinamiche dell’incontro con chi arriva da lontano.

Infine, attraverso una collaborazione già definita con l’Associazione culturale Aemilia, lo stesso polo avvierà uno studio per la valorizzazione delle storie e del patrimonio locali, con l’obiettivo di

offrirsi come servizio per l’Amministrazione e per le altre istituzioni del luogo.

In tal senso, operando per la strutturazione di una visitazione ragionata dei siti monumentali e artistici di Nonantola, lo stesso progetto tenterà di dialogare con il sito Villa Emma (altamente significativo sia per la vicenda dei ragazzi ebrei, sia per il suo indubbio valore architettonico), con l’obiettivo di recuperare ad una forma di fruibilità pubblica uno spazio così interessante: e tale possibilità, tale opportunità, potrà tracciare nuove e interessanti articolazioni del nostro discorso generale: si pensi solo alla straordinaria chance che Villa Emma potrebbe offrire all’organizzazione di mostre, di incontri, di iniziative su temi ben selezionati, ecc.

Villa Sorra

Nonantola è, assieme ad altri Comuni, proprietaria di Villa Sorra, bene di valore storico inestimabile: é evidente a tutti come questo bene sia trascurato e risenta della mancanza di un progetto dedicato, da concordare a livello intercomunale, che migliori la sua gestione e valorizzazione anche con il contributo delle associazioni di volontariato presenti ed attive nella Villa, prima che venga irrimediabilmente compromessa.

Una regia di coordinamento delle istituzioni e degli eventi culturali.

Promozione turistica, sviluppo della attività ricettiva

L’esperienza dell’ampio mondo dell’associazionismo nonantolano sta evidenziando, da vari anni, la necessità di un coordinamento tra le attività delle istituzioni e quelle dei gruppi di cittadini che lavorano in campo culturale e sociale. Questa necessità è sentita in particolare per ottimizzare i risultati degli sforzi che solitamente sfociano in iniziative aperte al pubblico. Tali iniziative possono essere maggiormente seguite dalla popolazione, se adeguatamente pubblicizzate e organizzate in modo da essere fruibili dal maggior numero possibile di persone interessate. Un coordinamento che curi un calendario di eventi nel quale istituzioni e associazioni, in maniera collaborativa, possano inserirsi senza sovrapposizioni di date e senza eccessiva dispersione in una miriade di appuntamenti che rischiano di passare inosservati e di risultare di livelli troppo disparati qualitativamente per connotare al meglio l’offerta al pubblico, che è anche offerta turistica, tanto più in un territorio così ricco dal punto di vista storico, monumentale e ambientale come quello di Nonantola. E proprio in riferimento al ruolo turistico, sul quale il paese di Nonantola potrebbe puntare maggiormente e con più fiducia, con attenzione però alla qualità che dovrebbe essere al livello delle città perno del cosiddetto turismo culturale, sarebbe importante che il lavoro di coordinamento fosse allargato anche al mondo del commercio, della ristorazione e della ricettività (locande e bed & breakfast). Informare maggiormente commercianti, ristoratori e “albergatori” sulle iniziative programmate accordandosi per offrire servizi e attività funzionanti ai visitatori italiani e stranieri e a quanti partecipano agli appuntamenti culturali, cercare la collaborazione degli esercenti anche premiandola con riconoscimenti potrebbero far aumentare la sensazione di ospitalità del paese e darebbero maggiore fiducia ai Nonantolani nelle potenzialità e nelle possibilità di sviluppo di un paese che ha nella cultura la sua maggiore ricchezza.

A questo scopo, la creazione di una struttura di coordinamento delle attività ricettive e di fruizione del patrimonio storico-artistico-monumentale sembra indispensabile.