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Foto: raccolta Massimo Baldini

Viva il 25 aprile. Viva la libertà.

Alcuni giorni fa un amico mi ha chiesto di fermare un pensiero sul 25 aprile, momento di festa democratica e di riflessione.

Oggi più che mai richiamare valori di unità e coesione diventa dovere civile e non un banale e anacronistico nostalgico pensiero.

Cominciamo a porre alcuni punti fermi sulla fine della dittatura che in Italia, volere o volare, si chiamava Fascismo.

Ecco rispetto a ciò vorrei rifarmi a uno dei Presidenti più amati della nostra Repubblica, Sandro Pertini, che affermava: “È meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature.” 

Sembra banale e ovvio, ma in questi tempi dove è facile invocare poteri forti e gli strilloni e capipopolo vorrebbero farla da padroni la storia risponde con le testimonianze scolpite e scritte con il sacrificio di donne uomini giovani di ogni credo ed estrazione culturale!

Come diceva un grande giornalista: “25 Aprile. Una data che è parte essenziale della nostra storia: è anche per questo che oggi possiamo sentirci liberi. Una certa Resistenza non è mai finita.” (Enzo Biagi)

Ed é vero la resistenza non é mai finita, una resistenza che se ieri si é combattuta con il moschetto ora va combattuta con la forza delle idee e con una impegno civile a tutti quei disvalori e qualunquisti che oggi hanno la stessa pericolosità della dittatura fascista.

Qualcuno forse chiede conto della storia partigiana, e con giusta ragione esprime perplessità, a questi rispondo prendendo a prestito le parole di uno dei grandi scrittori italiani, che a tal proposito diceva: “D’accordo, farò come se aveste ragione voi, non rappresenterò i migliori partigiani, ma i peggiori possibili, metterò al centro del mio romanzo un reparto tutto composto di tipi un po’ storti. Ebbene: cosa cambia? Anche in chi si è gettato nella lotta senza un chiaro perché, ha agito un’elementare spinta di riscatto umano, una spinta che li ha resi centomila volte migliori di voi, che li ha fatti diventare forze storiche attive quali voi non potrete mai sognarvi di essere!” (Italo Calvino)

Ecco a coloro in dissonanza con la storia vorrei ricordare che se oggi potete parlare liberamente (e spesso stupidamente) senza essere perseguitati fino a essere uccisi, lo dovete a chi ha resistito, lo dovete a chi ha scelto la libertà, sia che come mio zio Imer, ucciso sui monti, sia come il dottor Moreali e Don Arrigo, nelle nostre campagne e all’ombra della nostra abbazia!

E per rafforzare ulteriormente questo pensiero riporto uno scritto di Stephen Littleword: “Sul 25 aprile si sono scritti trattati, pensieri, frasi, poesie, ciò che rimane è la conquista dell’uomo della sua libertà spinto, più che mai a ribellarsi a ideali in cui non credeva, ad una soppressione anacronistica. Dovremmo tutti imparare dalla storia, per trovare la forza di dire ‘no’ e lottare per la libertà.” 

Alla luce di tutto ciò, e di altro che sicuramente si potrebbe e si dovrebbe scrivere, dico e affermo con serenità e gratitudine grazie a coloro che ci hanno regalato il 25 aprile.

E come ultima citazione: “Il ventre che partorisce il fascismo è sempre gravido.” (Gina Lagorio)

Viva il 25 Aprile. Viva la libertà.

Maurizio Meschiari.

Nonantola, 20 aprile 2020.

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