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Per una comunità solidale ed inclusiva

Il 28/01/2021 il Consiglio Comunale di Nonantola ha approvato un ordine del giorno, presentato dalle liste “Una mano per Nonantola”, “Partito democratico”, “Nonantola Progetto 2030” e “Movimento 5 Stelle”, un “ordine del giorno per lo sviluppo ed il consolidamento di una rete locale di intervento per il contrasto alla povertà ed all’esclusione sociale”.

In quell’ordine del giorno si faceva esplicito riferimento alla necessità di costruire una rete locale di intervento che coinvolgesse le associazioni di volontariato e le organizzazioni economiche e di rappresentanza del territorio, precisando che “l’obiettivo istitutivo di un “Tavolo Inclusione” possa diventare uno strumento permanente, di confronto, di monitoraggio e di verifica dell’efficacia delle azioni messe in campo, alle quali ogni entità coinvolta porterà il proprio specifico contributo. Un consesso ove tutte le conoscenze, le esperienze, i risultati delle attività, le disponibilità e gli obiettivi vengano condivisi. I servizi sociali dovranno svolgere le proprie funzioni e prerogative istituzionali promuovendo ed orientando l’iniziativa, organizzandola sulla base delle diverse esigenze e problematicità che si andranno ad affrontare; adottare misure per contrastare le situazioni di povertà economiche, educativo-culturali, di disagio e di fragilità di persone e famiglie; favorire tramite i progetti di vita i percorsi di fuoriuscita dalle difficoltà. Obiettivi altrettanto decisivi sono quelli del reperimento di alloggi e l’individuazione di sbocchi lavorativi.”

L’ordine del giorno si conclude con il Consiglio comunale di Nonantola che fissato l’obiettivo di disciplinare la collaborazione tra il Servizio Sociale Territoriale dell’Unione e le associazioni del terzo settore, le Organizzazioni Economiche e di Rappresentanza e gli attori portatori di innovazione sociale attivi sul territorio dell’Unione, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, al fine di sviluppare e consolidare una rete locale di intervento per il contrasto alla povertà ed all’esclusione sociale che favorisca il reinserimento nella società e nel mondo del lavoro di coloro che ne sono esclusi, impegna il Sindaco e la Giunta a realizzare una rete locale di intervento per il contrasto alla povertà ed all’esclusione sociale, con l’istituzione di uno specifico strumento operativo: il “Tavolo Inclusione”.

Ultima annotazione su quell’ordine del giorno è il monito esplicito dichiarato: “che il protrarsi della pandemia da Covid 19, con le sue gravi conseguenze economiche che accelerano e diversificano i processi sociali e che producono nuove povertà e fragilità, richiede tempestività e capillarità di interventi che garantiscano gli aiuti necessari sia ai nuclei già noti ai servizi sociali sia a quei nuclei che hanno visto la propria condizione peggiorare drammaticamente con il perdurare della crisi.”

Il 25/10/2021, con deliberazione n. 71, la Giunta dell’Unione del Sorbara delibera:

  1. di istituire, per le finalità indicate in premessa, un tavolo inclusione quale luogo di implementazione, coordinamento e messa in rete di azioni/interventi volti al contrasto della povertà economica, educativa e relazionale, composto dal:  consigliere/assessore delegato area Welfare;  responsabile e coordinatore area inclusione del Servizio Sociale Territoriale dell’Unione, dal coordinatore del Centro per le famiglie dell’Unione, da un referente del Servizio Scuola e da un referente della Polizia Municipale;  referente istituto comprensivo F.lli Cervi di Nonantola;  presidente della consulta in rappresentanza delle associazioni/organizzazioni attive sul territorio di Nonantola, che saranno, di volta in volta presenti al tavolo sulla base della tipologia degli ambiti di intervento affrontati. Al tavolo possono essere invitate altre organizzazioni/enti;
  2. dare atto che il tavolo inclusione si incontrerà a cadenza periodica e sarà coordinato dal responsabile del servizio sociale territoriale o suo delegato;
  3. dare atto altresì che il Servizio Sociale Professionale rimane competente nella elaborazione del progetto personalizzato, nella definizione degli obiettivi e delle azioni/interventi da attuare nei confronti dei nuclei familiari in condizione di bisogno. 

Questo è il dispositivo della delibera pur se nel testo della stessa viene espressamente dichiarato che si promuoverà l’adozione di una metodologia basata sul lavoro di comunità e di costruzione delle reti sociali, in particolare stimolando il coinvolgimento, la partecipazione ed il protagonismo degli attori del territorio.”  

Orbene, stante gli atti in essere, le soluzioni e le linee operative indicate, risulta evidente, non corrispondono a quanto precisato nell’ordine del giorno citato, alle necessità e agli obiettivi di fondo che caratterizzavano la proposta di costruzione di una rete locale, che implementasse ed arricchisse il lavoro dei servizi sociali e che favorisse la crescita di una consapevolezza e di una disponibilità ad un approccio solidale e di condivisione della comunità ad affrontare le situazione di disagio e di fragilità presenti al proprio interno.

Non si potrà mai dare risposte adeguate alle esigenze e alle domande della parte più debole della nostra comunità con il solo lavoro, pur prezioso e qualificato, dei servizi sociali, per quanto potenziati potranno divenire; e neppure si ritiene che il volontariato possa e sia in grado di svolgere quelle funzioni e nemmeno si mette in dubbio chi debba svolgere il ruolo di direzione di una rete di intervento. Ma l’aspetto rilevante che va parimenti compreso e assunto è che vi sono funzioni, attività e azioni che sono proprie di una comunità che si vuole fare carico dei problemi che influiscono ad appesantire ed aggravare le situazioni che determinano povertà ed esclusione sociale. E questa comunità è sicuramente fortemente rappresentata dalle associazioni di volontariato, dalle organizzazioni economiche e di rappresentanza e dagli attori portatori di innovazione sociale attivi sul territorio.

Penso che la soluzione proposta sia sostanzialmente di tipo amministrativo. Che obiettivi si ritiene possa conseguire una rete che non si componga e si avvalga del contributo del volontariato impegnato nel sociale?

La risposta deve essere politica. L’obiettivo deve essere il pieno coinvolgimento di quanto si muove sul territorio, la riconnessione del tessuto sociale, la responsabilizzazione e l’attivazione sinergica delle risorse delle persone, della comunità e delle istituzioni, che agiscano insieme.

Le questioni di cui si dovrà occupare il tavolo sono diverse: 

  1. che riguardano le persone, singole o nuclei familiari, affrontando le cause che hanno determinato le situazioni in cui versano e indirizzando tramite progetti di vita i percorsi di fuoriuscita dalle difficoltà;
  2. di carattere generale, che investono l’intera società gravando pesantemente sulla parte più fragile:
    1. il reperimento di alloggi. Questa è una vera emergenza su cui coinvolgere tutti e sulla quale ogni componente deve fare la propria parte: vi sono tantissimi alloggi sfitti e su questo dobbiamo impegnarci ad individuare proposte che consentano la messa in circolo ed utilizzo di questo patrimonio;
    2. il lavoro, altra questione decisiva per consentire l’avvio dei percorsi di fuoriuscita dalle precarietà. E’ necessario mettere in rete tutte le azioni necessarie per cogliere tutte le opportunità che il mercato del lavoro può offrire iniziando dal nostro territorio;
    3. consentire e favorire l’esercizio del diritto di cittadinanza, partendo dalla implementazione della capacità operativa e di intervento dei servizi sociali, potenziando e qualificando i presidi e le prestazione del servizi socio sanitari e recuperando prontamente la distanza, le difficoltà di accesso che la pandemia ha contribuito a scavare tra servizi, uffici e cittadini;
    4. fronteggiare con adeguate azioni il tema delle dipendenze, vecchie e nuove;
    5. favorire l’inclusione dei nuovi cittadini provenienti da tutte le arti del mondo attraverso una interazione attiva e solidale;
    6. occuparsi di tutte le fragilità, non solo di quelle economiche, che purtroppo segnano profondamente tante situazioni di disagio.      

Ciò detto è conseguente il dover portare alcune considerazioni:

  1. la composizione del “tavolo inclusione”, un consesso composto da figure istituzionali, con la sola aggiunta del Presidente della Consulta del Volontariato, è da ritenersi assolutamente inadeguata rispetto agli obiettivi sopra richiamati. Si segnala inoltre l’esclusione dal tavolo del servizio intercultura, la cui presenza sarebbe necessaria in linea generale ed in particolare per le relazioni con le tante etnie presenti sul territorio e il loro processo di inclusione, ed inoltre si ritiene necessaria la presenza della figura dell’assistente sociale.;
  2. la presenza al tavolo della Presidente della Consulta del Volontariato non può ritenersi esaustivo del coinvolgimento delle associazioni ed impraticabile sarebbe la funzione di rappresentanza;
  3. il fatto che il tavolo sia coordinato dal Responsabile del servizio sociale territoriale è corretto e funzionale ma è altrettanto decisivo che sia convocato e diretto da una figura politica, quale l’Assessore alle politiche sociali, perché le funzioni e gli obiettivi principali sono di ordine politico. E’ quindi altrettanto necessario che venga designato l’assessore mancante dopo le dimissioni di Taccini Gian Luca avvenute nell’ottobre 2020.
  4. se la soluzione adottata risponde ad esigenze burocratiche, formali, delle funzioni amministrative, di osservanza di protocolli, la si può intendere e comprendere, se però fattivamente si attiva un tavolo effettivo che veda la partecipazione di tutti i soggetti sopra indicati e precisati nell’ordine del giorno citato;
  5. il tempo trascorso tra l’approvazione dell’ordine del giorno (28/01/2021) e la delibera della Giunta dell’Unione (25/10/2021) lascia chiaramente intendere quanto sia necessario che su queste questioni si ponga la dovuta attenzione ed il necessario impegno. 

Penso che la collettività, le associazioni di volontariato, le organizzazioni di rappresentanza, e tutti gli attori operanti sul sociale nel territorio siano pronti a fare la loro parte.

UNA MANO PER NONANTOLA
Nonantola, 02 dicembre 2021.

Questo articolo ha un commento

  1. Giangi

    Ottimo documento!Ora pungoliamo l’Amministrazione Comunale! L’abbiamo pubblicato sui Giornali??

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